Un marocchino di 32 anni è stato preso a calci e pugni mentre dormiva su una panchina, gli aggressori lo hanno picchiato per rubargli 20 euro, un giubbotto e le scarpe. L'episodio è accaduto ieri notte intorno alle 22, a Genova, in via Pallavicini,. L'uomo lo ha riferito a una pattuglia delle volanti ed è stato trasportato all'ospedale di Sestri-Ponente. Subito medicato, è già stato dimesso con una prognosi di sette giorni.
24 gennaio 2008
www.ccsnews.it
Un nuovo stabilimento Renault-Nissan in Marocco
Dopo la sigla, il 1° settembre 2007, di un protocollo d’intesa preliminare, il Regno del Marocco ed il Gruppo Renault hanno firmato il 18 di questo mese un protocollo strutturale che prevede la realizzazione di un nuovo complesso industriale i cui lavori inizieranno nel prossimo mese di febbraio.
L’impianto, che assorbirà 600 milioni di investimenti, occuperà 36.000 posti di lavoro tra diretti ed indotto, verrà realizzato all’interno della “Industrial Special Zone” di Tangeri, si estenderà su una superficie di 300 ettari e sarà caratterizzato da una capacità produttiva di 200.000 veicoli/anno dal 2010 (400.000 a regime).
Questo nuovo stabilimento, produrrà veicoli economici derivati dalla piattaforma Dacia Logan ed una nuova generazione di veicoli commerciali leggeri Nissan, allargando così l’offerta Renault in loco che attualmente poggia su Renault Kangoo e Dacia Logan, entrambe prodotte nell’impianto di assemblaggio Somaca, operante a Casablanca sin dal 1966.
Con questo nuovo stabilimento il Gruppo Renault, leader del mercato marocchino del quale detiene il 29% (oltre 30.000 veicoli venduti nel 2007), consoliderà tale posizione ma, cosa a nostro avviso ancor più importante, predisporrà uno strumento di forte espansione non solo nell’area magrebina ma anche verso l’Unione Europea allargata;
Nel momento in cui verrà realizzata la zona mediterranea di libero scambio, che dovrebbe comprendere indistintamente tutti i paesi dei quali il Mare nostrum lambisce le coste e che dovrebbe vedere la luce nel 2010, il Gruppo Renault sarà pronto ad affrontare la fascia bassa del mercato automobilistico europeo non solo dai suoi stabilimenti del vecchio continente, ma anche dal sud a costi di produzione ben differenti da quelli continentali.
Vero è che processi di questo genere portano inevitabilmente ad una standardizzazione verso l’alto di questi costi, ma è altrettanto vero che questo è un processo a lungo termine; nel frattempo.
Fonte www.omniauto.it
L’impianto, che assorbirà 600 milioni di investimenti, occuperà 36.000 posti di lavoro tra diretti ed indotto, verrà realizzato all’interno della “Industrial Special Zone” di Tangeri, si estenderà su una superficie di 300 ettari e sarà caratterizzato da una capacità produttiva di 200.000 veicoli/anno dal 2010 (400.000 a regime).
Questo nuovo stabilimento, produrrà veicoli economici derivati dalla piattaforma Dacia Logan ed una nuova generazione di veicoli commerciali leggeri Nissan, allargando così l’offerta Renault in loco che attualmente poggia su Renault Kangoo e Dacia Logan, entrambe prodotte nell’impianto di assemblaggio Somaca, operante a Casablanca sin dal 1966.
Con questo nuovo stabilimento il Gruppo Renault, leader del mercato marocchino del quale detiene il 29% (oltre 30.000 veicoli venduti nel 2007), consoliderà tale posizione ma, cosa a nostro avviso ancor più importante, predisporrà uno strumento di forte espansione non solo nell’area magrebina ma anche verso l’Unione Europea allargata;
Nel momento in cui verrà realizzata la zona mediterranea di libero scambio, che dovrebbe comprendere indistintamente tutti i paesi dei quali il Mare nostrum lambisce le coste e che dovrebbe vedere la luce nel 2010, il Gruppo Renault sarà pronto ad affrontare la fascia bassa del mercato automobilistico europeo non solo dai suoi stabilimenti del vecchio continente, ma anche dal sud a costi di produzione ben differenti da quelli continentali.
Vero è che processi di questo genere portano inevitabilmente ad una standardizzazione verso l’alto di questi costi, ma è altrettanto vero che questo è un processo a lungo termine; nel frattempo.
Fonte www.omniauto.it
Coppa d'Africa il Marocco batte la Namibia
Un buon inizio per il marocco che la sconfitto la Namibia per 5-1 valid aper il gruppo A; con una tripletta di Soufian Alloudi, 25 anni, stella emergente del calcio marocchino e centrocampista offensivo del Raja di Casablanca.
gli altri gol segnati da Sektioui su rigore e Zerka Invece per la Namibia ha segnato Brendell.
gli altri gol segnati da Sektioui su rigore e Zerka Invece per la Namibia ha segnato Brendell.
Donne Marocchine in Italia - La situazione del Marocco
Donne Marocchine in ItaliaLa situazione del Marocco
Nel nord del Marocco si concentra l’etnia berbera. I popoli berberi sono chiamati uomini
liberi perché il loro spirito è indipendente e lo vediamo soprattutto in Algeria dove queste
popolazioni si è sempre opposte a tutti i regimi arabi per conservare la sua lingua, la sua identità, la
sua cultura. E’ un popolo fiero che ha sempre suscitato anche timore in coloro che volevano
avvicinarlo. Il popolo berbero si è adattato alle presenza straniera accogliendo le religioni cristiane,
ebraiche, islamiche.
La religione originaria berbera è animista e malgrado la conversione generale all’islamismo,
ha mantenuto alcune sue caratteristiche: le feste dei santi, e il ricorso ai guaritori in caso di malattia.
La popolazione marocchina è musulmana per il 99%, per la mescolanza tra berberi e arabi:
chiamerei la cultura di questa zona magrebina e non araba.
Il Marocco è una monarchia costituzionale, il nostro giovane re ha portato delle riforme in
questi ultimi anni. Lo abbiamo visto sposarsi e presentare al popolo la sua sposa, un gesto che
finora non si era mai visto, la sposa del re fotografata senza velo. E una monarchia con un
parlamento e ha un sistema giuridico pluralista, nel senso che, accanto alla legge coranica viene
applicata anche la legge moderna occidentale che riguarda la tutela dei diritti dell’uomo.
Il Marocco ha un economia debole, ed è questo il problema del paese. Il Marocco fa parte
dei paesi in via di sviluppo, ha un reddito medio pro-capite molto basso. Un marocchino in media
prende uno stipendio di 250.000 de vecchie lire al mese. Il paese ha un debito eccessivo con
l’estero e questa crisi lo ha costretto ad applicare una politica di aggiustamenti strutturali che si è
rivelata molto pesante per le fasce più deboli, quelle che vivono già sulla soglia della povertà.
La povertà ha portato anche all’aumento della disoccupazione, fenomeno preoccupante,
perché riguarda soprattutto la fascia giovane, cioè sotto i trent’anni questa è la condizione che
alimenta l’emigrazione soprattutto quella clandestina.
L’Immigrazione a Torino e la donna Marocchina
L’emigrazione ha causato molti morti per via del modo avventuroso in cui si parte, e questo
sta riguardando negli ultimi anni non più solo i giovani uomini, ma anche donne e in modo
preoccupante i minori.
L’immigrazione presente a Torino è un immigrazione prettamente senza progetto di
insediamento anche se poi si ferma , non è come quella in Francia più studiata e stabile. Quella di
adesso è un fuggi fuggi, una disperazione, non c’è un progetto di stabilizzazione ma di ritorno.
Le donne che seguono i mariti nell’avventura della migrazione vivono una grande solitudine
perché non ritrovano il tessuto sociale di origine, non c’è l’hamman(bagno turco) dove potersi
raccontare, né i parenti da andare a visitare. I genitori andrebbero sensibilizzati magari anche
organizzando delle feste etniche che sono momenti privilegiati per fare conoscenza.
Si emigra anche dalle campagna alla città per via della siccità e crescono le bidonville
”baracche” soprattutto a Casablanca che è la capitale economica del Marocco. Nonostante la
pianificazione familiare, la popolazione del Marocco cresce sempre da anni.
Con l’ industrializzazione, la donna ha iniziato a partecipare al mondo del lavoro.
Nel 1975 si è realizzata la famosa marcia verde nel deserto per l’indipendenza per la quale
sono stati investiti molti soldi contribuendo all’impoverimento del paese e generando grandi fratture
interne anche a livello politico.
La struttura familiare del Marocco rimane tradizionale “legata alla cultura araba” nonostante
la colonizzazione francese tra il 1942 e il 1956 nel centro sud e spagnolo nel nord e sulle montagne.
Nonostante le vicissitudini storiche la struttura familiare tradizionale marocchina è molto
forte perché si fonda sui codici dettati dalla legge islamica e questi dettami malgrado possano essere
restrittivi per la donna ma anche per l’uomo, rappresentano comunque una sicurezza perché si
basano sul concetto di famiglia allargata, coinvolgente anche fino agli zii.
Le realtà occidentalizzate “famiglie mononucleari” ci sono ma sono una minoranza. Nella
società marocchina il ruolo della parentela è importantissimo da sicurezza anche sociale perché
l’individuo non è mai lasciato a sé.
La donna nella società magrebina è il pilastro della famiglia, conserva le tradizione e
l’educazione dei figli, la fertilità nel mondo arabo è importantissima, la donna sterile è emarginata,
per questo le famiglie sono prolifiche, non solo perché in campagna i figli costituiscono forza
lavoro, ma anche perché procreare è uno dei compiti delle donna .
La donna appartiene al gruppo maschile della sua famiglia, se la donna rimane vedova, torna
dal padre e dai fratelli che sono obbligati a prendersene cura .
L’harem esiste, ma la poligamia è diversa. L’islamismo permette all’uomo di avere, di
sposare fino a quattro donne, a patto che possa garantire a tutte lo stesso tenore di vita e dividere il
suo tempo in modo uguale tra loro. Questo perché l’islam ha un carattere molto sociale. L’origine di
questo progetto risale alle guerre sante durante le quali molte donne rimanevano vedove, si è allora
concepito un sistema di regole che permettesse di accogliere queste con il loro figli nelle case, da
qui ha origine la poligamia. Però la prima moglie doveva dare il consenso per sposare la seconda.
Il Nuovo codice di famiglia
Oggi è meno diffusa perché è molto costoso, per sposarsi bisogna portare una dote e anche
le case sono più piccole, quindi è meno facile allargare i nuclei conviventi.
Oggi le legge che regolano i rapporti uomo donna sono cambiate, prima la donna poteva
divorziare solo se era ripudiata dal marito, quindi si chiedeva il ripudio dietro un compenso
economico, oppure si otteneva la separazione a causa della sparizione per alcuni anni del marito.
Oggi ormai il divorzio è possibile anche per la donna grazie al nuovo codice della famiglia
“Moudawana”( del10/10/ 2003) che pur nel rispetto delle spirito dell’islam e della cultura della
società marocchina introduce una serie di norme per una maggior libertà per la donna, un progresso
voluto dal re Mohammed V. Per potersi sposare, le ragazze non dipendono più all’assenso del
padre, del fratello o tutore.
La famiglia è affidata alla responsabilità condivisa dei due coniugi, i quali hanno la
possibilità di stipulare un contratto per gestire su basi egualitarie e beni acquisiti durante il
matrimonio. La donna non deve più obbedienza al marito, può divorziare se desidera, e presentarsi
al giudice accompagnata da un avvocato. Certo il ripudio(cioè separarsi dalla moglie senza alcuna
giustificazione) non è definitivamente impossibile, visto che il coniuge dovrebbe adempire a
condizioni inumane, come ad ottenere l’accordo della prima moglie, o garantire alle sue consorti
giustizia e uguaglianza affettiva. D’altra parte, la donna ha il diritto a chiedere che l’atto di
matrimonio sia stipulato escludendo la possibilità del ripudio e della poligamia.
Si ha la tendenza a parlare di emancipazione femminile sempre in termini occidentali, ma
ogni cultura deve trovare la sua strada per la libertà, tanti i fattori che hanno creato l’immigrazione
femminile, sia da sole, sia ricongiunte.
La maggiore parte delle donne che sono arrivate dagli anni 80 fino adesso hanno un livello
scolastico bassissimo, tante di loro fanno lavori di casa come assistenza agli anziani , domestico,
baby sitter, e sempre un lavoro fisso, cioè la donna lavora e dorme li.
Dagli anni 90 fino adesso e dopo la legge per il ricongiungimento, sono arrivate donne
ricongiunte, con questo arrivo, la famiglia ha bisogno di aiuto e la donna è obbligata di uscire perlavorare, però lei ha bisogno del lavoro ad ore limitate.
Prima questa possibilità è stata per le donne Italiane, adesso la donna migrante ha anche lei
bisogna di questo tipo di lavoro.
Vorrei dire una cosa, dopo gli anni 90, sono arrivate anche donne laureate, e questo
fenomeno ha creato un cambiamento, perché dopo i primi anni di soggiorno in Italia, hanno iniziato
a pensare di fare altri lavori, e cosi è nata la figura della mediatrice, interprete, anzi tante donne con
una possibilità, sono diventate piccole imprenditrice.
Posso dire anche, malgrado le difficoltà , la donna marocchina è riuscita ad arrivare oltre, ad
esempio alla creazione delle associazioni con capi donne, però rimangono tanti vincoli davanti al
cammino delle donne marocchine, tra i quali, il pregiudizio della gente soprattutto dopo l’11
settembre, che ha creato tante difficoltà per la donna che cerca sempre un lavoro con le famiglie, è
diventato un grosso problema per tante, accanto alle loro solitudini, che è davvero un fattore
fondamentale nella loro vita.
Esiste anche l’immigrazione dei minori non accompagnati, che sono ormai una realtà in tutte
le città Italiane.
Se vediamo il futuro, direi che il basso livello scolastico rende difficile l’acquisizione della
cultura del paese ospitante. A questo si aggiunge la mancanza della volontà di integrarsi nella
società Italiana per fatto che gli immigrati tendono a costruire dei clan, a non partecipare alla vita
civile, per esempio attraverso associazioni (le poche associazioni esistenti non sono in grado di
affrontare e risolvere i problemi reali degli immigrati)
Posso dire che il problema dell’integrazione rimane un problema di generazioni.
A. Aicha.
Operatrice UPM
Torino 19/04/2005
http://www1.diocesi.torino.it/migranti/Documenti%20%20PDF/DonneMaroc.pdf
Nel nord del Marocco si concentra l’etnia berbera. I popoli berberi sono chiamati uomini
liberi perché il loro spirito è indipendente e lo vediamo soprattutto in Algeria dove queste
popolazioni si è sempre opposte a tutti i regimi arabi per conservare la sua lingua, la sua identità, la
sua cultura. E’ un popolo fiero che ha sempre suscitato anche timore in coloro che volevano
avvicinarlo. Il popolo berbero si è adattato alle presenza straniera accogliendo le religioni cristiane,
ebraiche, islamiche.
La religione originaria berbera è animista e malgrado la conversione generale all’islamismo,
ha mantenuto alcune sue caratteristiche: le feste dei santi, e il ricorso ai guaritori in caso di malattia.
La popolazione marocchina è musulmana per il 99%, per la mescolanza tra berberi e arabi:
chiamerei la cultura di questa zona magrebina e non araba.
Il Marocco è una monarchia costituzionale, il nostro giovane re ha portato delle riforme in
questi ultimi anni. Lo abbiamo visto sposarsi e presentare al popolo la sua sposa, un gesto che
finora non si era mai visto, la sposa del re fotografata senza velo. E una monarchia con un
parlamento e ha un sistema giuridico pluralista, nel senso che, accanto alla legge coranica viene
applicata anche la legge moderna occidentale che riguarda la tutela dei diritti dell’uomo.
Il Marocco ha un economia debole, ed è questo il problema del paese. Il Marocco fa parte
dei paesi in via di sviluppo, ha un reddito medio pro-capite molto basso. Un marocchino in media
prende uno stipendio di 250.000 de vecchie lire al mese. Il paese ha un debito eccessivo con
l’estero e questa crisi lo ha costretto ad applicare una politica di aggiustamenti strutturali che si è
rivelata molto pesante per le fasce più deboli, quelle che vivono già sulla soglia della povertà.
La povertà ha portato anche all’aumento della disoccupazione, fenomeno preoccupante,
perché riguarda soprattutto la fascia giovane, cioè sotto i trent’anni questa è la condizione che
alimenta l’emigrazione soprattutto quella clandestina.
L’Immigrazione a Torino e la donna Marocchina
L’emigrazione ha causato molti morti per via del modo avventuroso in cui si parte, e questo
sta riguardando negli ultimi anni non più solo i giovani uomini, ma anche donne e in modo
preoccupante i minori.
L’immigrazione presente a Torino è un immigrazione prettamente senza progetto di
insediamento anche se poi si ferma , non è come quella in Francia più studiata e stabile. Quella di
adesso è un fuggi fuggi, una disperazione, non c’è un progetto di stabilizzazione ma di ritorno.
Le donne che seguono i mariti nell’avventura della migrazione vivono una grande solitudine
perché non ritrovano il tessuto sociale di origine, non c’è l’hamman(bagno turco) dove potersi
raccontare, né i parenti da andare a visitare. I genitori andrebbero sensibilizzati magari anche
organizzando delle feste etniche che sono momenti privilegiati per fare conoscenza.
Si emigra anche dalle campagna alla città per via della siccità e crescono le bidonville
”baracche” soprattutto a Casablanca che è la capitale economica del Marocco. Nonostante la
pianificazione familiare, la popolazione del Marocco cresce sempre da anni.
Con l’ industrializzazione, la donna ha iniziato a partecipare al mondo del lavoro.
Nel 1975 si è realizzata la famosa marcia verde nel deserto per l’indipendenza per la quale
sono stati investiti molti soldi contribuendo all’impoverimento del paese e generando grandi fratture
interne anche a livello politico.
La struttura familiare del Marocco rimane tradizionale “legata alla cultura araba” nonostante
la colonizzazione francese tra il 1942 e il 1956 nel centro sud e spagnolo nel nord e sulle montagne.
Nonostante le vicissitudini storiche la struttura familiare tradizionale marocchina è molto
forte perché si fonda sui codici dettati dalla legge islamica e questi dettami malgrado possano essere
restrittivi per la donna ma anche per l’uomo, rappresentano comunque una sicurezza perché si
basano sul concetto di famiglia allargata, coinvolgente anche fino agli zii.
Le realtà occidentalizzate “famiglie mononucleari” ci sono ma sono una minoranza. Nella
società marocchina il ruolo della parentela è importantissimo da sicurezza anche sociale perché
l’individuo non è mai lasciato a sé.
La donna nella società magrebina è il pilastro della famiglia, conserva le tradizione e
l’educazione dei figli, la fertilità nel mondo arabo è importantissima, la donna sterile è emarginata,
per questo le famiglie sono prolifiche, non solo perché in campagna i figli costituiscono forza
lavoro, ma anche perché procreare è uno dei compiti delle donna .
La donna appartiene al gruppo maschile della sua famiglia, se la donna rimane vedova, torna
dal padre e dai fratelli che sono obbligati a prendersene cura .
L’harem esiste, ma la poligamia è diversa. L’islamismo permette all’uomo di avere, di
sposare fino a quattro donne, a patto che possa garantire a tutte lo stesso tenore di vita e dividere il
suo tempo in modo uguale tra loro. Questo perché l’islam ha un carattere molto sociale. L’origine di
questo progetto risale alle guerre sante durante le quali molte donne rimanevano vedove, si è allora
concepito un sistema di regole che permettesse di accogliere queste con il loro figli nelle case, da
qui ha origine la poligamia. Però la prima moglie doveva dare il consenso per sposare la seconda.
Il Nuovo codice di famiglia
Oggi è meno diffusa perché è molto costoso, per sposarsi bisogna portare una dote e anche
le case sono più piccole, quindi è meno facile allargare i nuclei conviventi.
Oggi le legge che regolano i rapporti uomo donna sono cambiate, prima la donna poteva
divorziare solo se era ripudiata dal marito, quindi si chiedeva il ripudio dietro un compenso
economico, oppure si otteneva la separazione a causa della sparizione per alcuni anni del marito.
Oggi ormai il divorzio è possibile anche per la donna grazie al nuovo codice della famiglia
“Moudawana”( del10/10/ 2003) che pur nel rispetto delle spirito dell’islam e della cultura della
società marocchina introduce una serie di norme per una maggior libertà per la donna, un progresso
voluto dal re Mohammed V. Per potersi sposare, le ragazze non dipendono più all’assenso del
padre, del fratello o tutore.
La famiglia è affidata alla responsabilità condivisa dei due coniugi, i quali hanno la
possibilità di stipulare un contratto per gestire su basi egualitarie e beni acquisiti durante il
matrimonio. La donna non deve più obbedienza al marito, può divorziare se desidera, e presentarsi
al giudice accompagnata da un avvocato. Certo il ripudio(cioè separarsi dalla moglie senza alcuna
giustificazione) non è definitivamente impossibile, visto che il coniuge dovrebbe adempire a
condizioni inumane, come ad ottenere l’accordo della prima moglie, o garantire alle sue consorti
giustizia e uguaglianza affettiva. D’altra parte, la donna ha il diritto a chiedere che l’atto di
matrimonio sia stipulato escludendo la possibilità del ripudio e della poligamia.
Si ha la tendenza a parlare di emancipazione femminile sempre in termini occidentali, ma
ogni cultura deve trovare la sua strada per la libertà, tanti i fattori che hanno creato l’immigrazione
femminile, sia da sole, sia ricongiunte.
La maggiore parte delle donne che sono arrivate dagli anni 80 fino adesso hanno un livello
scolastico bassissimo, tante di loro fanno lavori di casa come assistenza agli anziani , domestico,
baby sitter, e sempre un lavoro fisso, cioè la donna lavora e dorme li.
Dagli anni 90 fino adesso e dopo la legge per il ricongiungimento, sono arrivate donne
ricongiunte, con questo arrivo, la famiglia ha bisogno di aiuto e la donna è obbligata di uscire perlavorare, però lei ha bisogno del lavoro ad ore limitate.
Prima questa possibilità è stata per le donne Italiane, adesso la donna migrante ha anche lei
bisogna di questo tipo di lavoro.
Vorrei dire una cosa, dopo gli anni 90, sono arrivate anche donne laureate, e questo
fenomeno ha creato un cambiamento, perché dopo i primi anni di soggiorno in Italia, hanno iniziato
a pensare di fare altri lavori, e cosi è nata la figura della mediatrice, interprete, anzi tante donne con
una possibilità, sono diventate piccole imprenditrice.
Posso dire anche, malgrado le difficoltà , la donna marocchina è riuscita ad arrivare oltre, ad
esempio alla creazione delle associazioni con capi donne, però rimangono tanti vincoli davanti al
cammino delle donne marocchine, tra i quali, il pregiudizio della gente soprattutto dopo l’11
settembre, che ha creato tante difficoltà per la donna che cerca sempre un lavoro con le famiglie, è
diventato un grosso problema per tante, accanto alle loro solitudini, che è davvero un fattore
fondamentale nella loro vita.
Esiste anche l’immigrazione dei minori non accompagnati, che sono ormai una realtà in tutte
le città Italiane.
Se vediamo il futuro, direi che il basso livello scolastico rende difficile l’acquisizione della
cultura del paese ospitante. A questo si aggiunge la mancanza della volontà di integrarsi nella
società Italiana per fatto che gli immigrati tendono a costruire dei clan, a non partecipare alla vita
civile, per esempio attraverso associazioni (le poche associazioni esistenti non sono in grado di
affrontare e risolvere i problemi reali degli immigrati)
Posso dire che il problema dell’integrazione rimane un problema di generazioni.
A. Aicha.
Operatrice UPM
Torino 19/04/2005
http://www1.diocesi.torino.it/migranti/Documenti%20%20PDF/DonneMaroc.pdf
Espulso l'imam di Torino Mohammed Kohaila
L'imam di Torino Mohammed Kohaila è stato espulo perchè troppo anti-occidentale. Con tale frase il provedimento ha voluto giustificare questo gesto.
Infatti il decreto è stato firmato dall'ministro degli interni.
Si ritiene avesse legami con alqaeda.
Lui è diventa famoso dalla trasmissione Annozero. Lui in italia da 15 anni era un artigiano , aveva una macelleria.
Darnakh El Maaty condannato per molestia..
Darnakh El Maaty condannato per molestia, perche nel 2003 l'immigrato molesto una 15 enne a Cairo Montenotte , un comune di 15 mila abitanti abitanti della provincia di Savona;Liguria.L'immigrato residente a Cuneo , quando molestò la minorenne era sotto l'effetto di alcool .
E stato condannato a un anno e cinque mesi di reclusione
Era anche accusato di resistenza a pubblico ufficiale.
E stato condannato a un anno e cinque mesi di reclusione
Era anche accusato di resistenza a pubblico ufficiale.
E' tornato a casa Achraf Chouikh
E' tornato a casa Achraf Chouikh sedicenne di origine marocchina, residente in valle d'Aosta, è tornato a casa nella notte di 7 gennaio , dopo che era scappato nella serata di giovedì 3 gennaio, in seguito ad un litigio con i genitori, a causa del suo scarso rendimento scolastico e per essersi fatto sospendere da scuola una seconda volta per essere stato sorpreso ad usare il cellulare in classe.
Il ragazzo, dopo la discussione con il padre, a cui aveva rinfacciato di non volergli far vivere una vita «all'italiana, uscendo la sera», si è preparato la valigia ed è scappato dalla porta finestra sul retro dell'abitazione, facendo perdere così le proprie traccie. Alle 20 di martedì, dopo che il caso era diventato di pubblico dominio, Chouikh ha telefonato a casa e, parlando con la madre, Khadija, l'ha informata che sarebbe tornato nella giornata di martedì 8 gennaio ed ha quindi anticipato il rientro.
Il padre, Abdelmoutalib, un artigiano 41enne, si è quindi rivolto ai Carabinieri che hanno coordinato le ricerche in tutta la Valle, in Piemonte e Lombardia, insieme alle altre Forze dell'Ordine. Lunedì 7 gennaio i militari si erano anche recati nella scuola frequentata da Chouikh, l'Istituto per geometri di Aosta, dove hanno parlato con la dirigente, gli insegnanti ed i compagni di classe per capire se qualcuno si fosse messo in contatto con lui: «era evidente che il ragazzo si stava nascondendo da qualcuno che gli ha offerto un rifugio - racconta il comandante della Compagnia di Aosta, Vincenzo Puzzo, che sta seguendo l'indagine - anche perché dai parenti e dagli amici non risulta che sia passato. I genitori erano molto preoccupati: il ragazzo è irrequieto, potrebbe frequentare amicizie non proprio sane».
Il ragazzo, nei giorni della fuga, è stato ospite di un amico.
Fonte http://www.12vda.it/index.php?option=com_content&task=view&id=3057&Itemid=154
Il ragazzo, dopo la discussione con il padre, a cui aveva rinfacciato di non volergli far vivere una vita «all'italiana, uscendo la sera», si è preparato la valigia ed è scappato dalla porta finestra sul retro dell'abitazione, facendo perdere così le proprie traccie. Alle 20 di martedì, dopo che il caso era diventato di pubblico dominio, Chouikh ha telefonato a casa e, parlando con la madre, Khadija, l'ha informata che sarebbe tornato nella giornata di martedì 8 gennaio ed ha quindi anticipato il rientro.
Il padre, Abdelmoutalib, un artigiano 41enne, si è quindi rivolto ai Carabinieri che hanno coordinato le ricerche in tutta la Valle, in Piemonte e Lombardia, insieme alle altre Forze dell'Ordine. Lunedì 7 gennaio i militari si erano anche recati nella scuola frequentata da Chouikh, l'Istituto per geometri di Aosta, dove hanno parlato con la dirigente, gli insegnanti ed i compagni di classe per capire se qualcuno si fosse messo in contatto con lui: «era evidente che il ragazzo si stava nascondendo da qualcuno che gli ha offerto un rifugio - racconta il comandante della Compagnia di Aosta, Vincenzo Puzzo, che sta seguendo l'indagine - anche perché dai parenti e dagli amici non risulta che sia passato. I genitori erano molto preoccupati: il ragazzo è irrequieto, potrebbe frequentare amicizie non proprio sane».
Il ragazzo, nei giorni della fuga, è stato ospite di un amico.
Fonte http://www.12vda.it/index.php?option=com_content&task=view&id=3057&Itemid=154
Il Marocco
Il Marocco ,paese nordafricano si estende su una superficie di 446,550 km² .Buona parte delle sue coste sono bagnate dall'Oceano Atlantico, ma estendendosi anche oltre lo Stretto di Gibilterra si affacciano anche sul Mar Mediterraneo.
Ha una popolazione di circa 34 milioni di abitanti.La religione Musulmana è quella dominante.
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