Donne Marocchine in ItaliaLa situazione del Marocco
Nel nord del Marocco si concentra l’etnia berbera. I popoli berberi sono chiamati uomini
liberi perché il loro spirito è indipendente e lo vediamo soprattutto in Algeria dove queste
popolazioni si è sempre opposte a tutti i regimi arabi per conservare la sua lingua, la sua identità, la
sua cultura. E’ un popolo fiero che ha sempre suscitato anche timore in coloro che volevano
avvicinarlo. Il popolo berbero si è adattato alle presenza straniera accogliendo le religioni cristiane,
ebraiche, islamiche.
La religione originaria berbera è animista e malgrado la conversione generale all’islamismo,
ha mantenuto alcune sue caratteristiche: le feste dei santi, e il ricorso ai guaritori in caso di malattia.
La popolazione marocchina è musulmana per il 99%, per la mescolanza tra berberi e arabi:
chiamerei la cultura di questa zona magrebina e non araba.
Il Marocco è una monarchia costituzionale, il nostro giovane re ha portato delle riforme in
questi ultimi anni. Lo abbiamo visto sposarsi e presentare al popolo la sua sposa, un gesto che
finora non si era mai visto, la sposa del re fotografata senza velo. E una monarchia con un
parlamento e ha un sistema giuridico pluralista, nel senso che, accanto alla legge coranica viene
applicata anche la legge moderna occidentale che riguarda la tutela dei diritti dell’uomo.
Il Marocco ha un economia debole, ed è questo il problema del paese. Il Marocco fa parte
dei paesi in via di sviluppo, ha un reddito medio pro-capite molto basso. Un marocchino in media
prende uno stipendio di 250.000 de vecchie lire al mese. Il paese ha un debito eccessivo con
l’estero e questa crisi lo ha costretto ad applicare una politica di aggiustamenti strutturali che si è
rivelata molto pesante per le fasce più deboli, quelle che vivono già sulla soglia della povertà.
La povertà ha portato anche all’aumento della disoccupazione, fenomeno preoccupante,
perché riguarda soprattutto la fascia giovane, cioè sotto i trent’anni questa è la condizione che
alimenta l’emigrazione soprattutto quella clandestina.
L’Immigrazione a Torino e la donna Marocchina
L’emigrazione ha causato molti morti per via del modo avventuroso in cui si parte, e questo
sta riguardando negli ultimi anni non più solo i giovani uomini, ma anche donne e in modo
preoccupante i minori.
L’immigrazione presente a Torino è un immigrazione prettamente senza progetto di
insediamento anche se poi si ferma , non è come quella in Francia più studiata e stabile. Quella di
adesso è un fuggi fuggi, una disperazione, non c’è un progetto di stabilizzazione ma di ritorno.
Le donne che seguono i mariti nell’avventura della migrazione vivono una grande solitudine
perché non ritrovano il tessuto sociale di origine, non c’è l’hamman(bagno turco) dove potersi
raccontare, né i parenti da andare a visitare. I genitori andrebbero sensibilizzati magari anche
organizzando delle feste etniche che sono momenti privilegiati per fare conoscenza.
Si emigra anche dalle campagna alla città per via della siccità e crescono le bidonville
”baracche” soprattutto a Casablanca che è la capitale economica del Marocco. Nonostante la
pianificazione familiare, la popolazione del Marocco cresce sempre da anni.
Con l’ industrializzazione, la donna ha iniziato a partecipare al mondo del lavoro.
Nel 1975 si è realizzata la famosa marcia verde nel deserto per l’indipendenza per la quale
sono stati investiti molti soldi contribuendo all’impoverimento del paese e generando grandi fratture
interne anche a livello politico.
La struttura familiare del Marocco rimane tradizionale “legata alla cultura araba” nonostante
la colonizzazione francese tra il 1942 e il 1956 nel centro sud e spagnolo nel nord e sulle montagne.
Nonostante le vicissitudini storiche la struttura familiare tradizionale marocchina è molto
forte perché si fonda sui codici dettati dalla legge islamica e questi dettami malgrado possano essere
restrittivi per la donna ma anche per l’uomo, rappresentano comunque una sicurezza perché si
basano sul concetto di famiglia allargata, coinvolgente anche fino agli zii.
Le realtà occidentalizzate “famiglie mononucleari” ci sono ma sono una minoranza. Nella
società marocchina il ruolo della parentela è importantissimo da sicurezza anche sociale perché
l’individuo non è mai lasciato a sé.
La donna nella società magrebina è il pilastro della famiglia, conserva le tradizione e
l’educazione dei figli, la fertilità nel mondo arabo è importantissima, la donna sterile è emarginata,
per questo le famiglie sono prolifiche, non solo perché in campagna i figli costituiscono forza
lavoro, ma anche perché procreare è uno dei compiti delle donna .
La donna appartiene al gruppo maschile della sua famiglia, se la donna rimane vedova, torna
dal padre e dai fratelli che sono obbligati a prendersene cura .
L’harem esiste, ma la poligamia è diversa. L’islamismo permette all’uomo di avere, di
sposare fino a quattro donne, a patto che possa garantire a tutte lo stesso tenore di vita e dividere il
suo tempo in modo uguale tra loro. Questo perché l’islam ha un carattere molto sociale. L’origine di
questo progetto risale alle guerre sante durante le quali molte donne rimanevano vedove, si è allora
concepito un sistema di regole che permettesse di accogliere queste con il loro figli nelle case, da
qui ha origine la poligamia. Però la prima moglie doveva dare il consenso per sposare la seconda.
Il Nuovo codice di famiglia
Oggi è meno diffusa perché è molto costoso, per sposarsi bisogna portare una dote e anche
le case sono più piccole, quindi è meno facile allargare i nuclei conviventi.
Oggi le legge che regolano i rapporti uomo donna sono cambiate, prima la donna poteva
divorziare solo se era ripudiata dal marito, quindi si chiedeva il ripudio dietro un compenso
economico, oppure si otteneva la separazione a causa della sparizione per alcuni anni del marito.
Oggi ormai il divorzio è possibile anche per la donna grazie al nuovo codice della famiglia
“Moudawana”( del10/10/ 2003) che pur nel rispetto delle spirito dell’islam e della cultura della
società marocchina introduce una serie di norme per una maggior libertà per la donna, un progresso
voluto dal re Mohammed V. Per potersi sposare, le ragazze non dipendono più all’assenso del
padre, del fratello o tutore.
La famiglia è affidata alla responsabilità condivisa dei due coniugi, i quali hanno la
possibilità di stipulare un contratto per gestire su basi egualitarie e beni acquisiti durante il
matrimonio. La donna non deve più obbedienza al marito, può divorziare se desidera, e presentarsi
al giudice accompagnata da un avvocato. Certo il ripudio(cioè separarsi dalla moglie senza alcuna
giustificazione) non è definitivamente impossibile, visto che il coniuge dovrebbe adempire a
condizioni inumane, come ad ottenere l’accordo della prima moglie, o garantire alle sue consorti
giustizia e uguaglianza affettiva. D’altra parte, la donna ha il diritto a chiedere che l’atto di
matrimonio sia stipulato escludendo la possibilità del ripudio e della poligamia.
Si ha la tendenza a parlare di emancipazione femminile sempre in termini occidentali, ma
ogni cultura deve trovare la sua strada per la libertà, tanti i fattori che hanno creato l’immigrazione
femminile, sia da sole, sia ricongiunte.
La maggiore parte delle donne che sono arrivate dagli anni 80 fino adesso hanno un livello
scolastico bassissimo, tante di loro fanno lavori di casa come assistenza agli anziani , domestico,
baby sitter, e sempre un lavoro fisso, cioè la donna lavora e dorme li.
Dagli anni 90 fino adesso e dopo la legge per il ricongiungimento, sono arrivate donne
ricongiunte, con questo arrivo, la famiglia ha bisogno di aiuto e la donna è obbligata di uscire perlavorare, però lei ha bisogno del lavoro ad ore limitate.
Prima questa possibilità è stata per le donne Italiane, adesso la donna migrante ha anche lei
bisogna di questo tipo di lavoro.
Vorrei dire una cosa, dopo gli anni 90, sono arrivate anche donne laureate, e questo
fenomeno ha creato un cambiamento, perché dopo i primi anni di soggiorno in Italia, hanno iniziato
a pensare di fare altri lavori, e cosi è nata la figura della mediatrice, interprete, anzi tante donne con
una possibilità, sono diventate piccole imprenditrice.
Posso dire anche, malgrado le difficoltà , la donna marocchina è riuscita ad arrivare oltre, ad
esempio alla creazione delle associazioni con capi donne, però rimangono tanti vincoli davanti al
cammino delle donne marocchine, tra i quali, il pregiudizio della gente soprattutto dopo l’11
settembre, che ha creato tante difficoltà per la donna che cerca sempre un lavoro con le famiglie, è
diventato un grosso problema per tante, accanto alle loro solitudini, che è davvero un fattore
fondamentale nella loro vita.
Esiste anche l’immigrazione dei minori non accompagnati, che sono ormai una realtà in tutte
le città Italiane.
Se vediamo il futuro, direi che il basso livello scolastico rende difficile l’acquisizione della
cultura del paese ospitante. A questo si aggiunge la mancanza della volontà di integrarsi nella
società Italiana per fatto che gli immigrati tendono a costruire dei clan, a non partecipare alla vita
civile, per esempio attraverso associazioni (le poche associazioni esistenti non sono in grado di
affrontare e risolvere i problemi reali degli immigrati)
Posso dire che il problema dell’integrazione rimane un problema di generazioni.
A. Aicha.
Operatrice UPM
Torino 19/04/2005
http://www1.diocesi.torino.it/migranti/Documenti%20%20PDF/DonneMaroc.pdf
1 commento:
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